sabato 3 dicembre 2011

DIBATTITO SUL FREERIDE - Chi può far che cosa… (Parte 2)

Prosegue il dibattito su fronte di lavoro comune fra guide alpine e maestri di sci a proposito di freeride. I contenuti che seguono in questo post sono un estratto sintetico del nuovo testo tecnico della Scuola Italiana di sci sull’argomento. Si parte dal livello “argento”, il livello medio dei metodi d’insegnamento dello sci in Italia. A riprova che il freeride è diventato una componente tecnica fondamentale della Scuola di sci italiana. Si sta infatti facendo riferimento a sciatori che hanno da poco appreso la curva base a sci paralleli…


DAL NUOVO TESTO D’INSEGNAMENTO DELLA SCUOLA DI SCI ITALIANA SOTTO IL CAPITOLO FREERIDE

LIVELLO ARGENTO FREERIDE

INTRODUZIONE

Interpretare sciisticamente un pendio in fuori pista è, per molti, la massima espressione di abilità sciistica e un insieme di libertà d’azione, movimento, istinto e improvvisazione. Proprio il mix di tecnica, creatività e intuito che lo caratterizza, unito alla bellezza degli scenari in cui si pratica, hanno decretato negli ultimi anni il successo crescente del “freeride” (sci fuori pista).
La sua diffusione sempre più ampia ha portato alla decisione di comprendere questa disciplina nella progressione tecnico-didattica già consolidata, presentando l’approccio al freeride come alternativa-complemento allo sci in pista, per uno sciatore che abbia già acquisito le competenze del livello Bronzo e sappia quindi eseguire curve a sci paralleli.
La pratica del freeride è un’esperienza entusiasmante e divertente, che consente allo sciatore di “vivere” la montagna con spirito d’avventura, senza esasperati tecnicismi e a stretto contatto con la natura. Ma questa filosofia di libertà, che acco­muna il freeride a molti sport della nuova generazione, non deve indurre a trascurare i principi del buon senso e le norme di sicurezza. Chi sceglie di svolgere un’attività sportiva in ambienti montani non controllati deve avere la piena consapevolezza dei rischi che si possono correre: per praticare il freeride in sicurezza è quindi indispensabile saper valutare le proprie doti fisiche e tecniche e le caratteristiche ambientali (rischio valanghe, sciabilità della neve, ecc.), in modo da scegliere corretta­mente tattica e linea di discesa.

Obiettivo

Padroneggiare una curva “easy” (facile) freeride, abituandosi a controllare diversi archi di curva in condizioni di fuori pista semplice, con neve che consente un buon galleggiamento, ricercando costantemente un buon adattamento alle numerose variabili, che possono cambiare in modo repentino (pendio, tipo di neve, esposizione, dislivello, azione del vento, ecc.)

ABILITA’ SPECIFICHE 

A questo livello, è importante sviluppare la capacità di adattamento e gli accorgimenti tecnici necessari ad affrontare le difficoltà proprie dello sci fuori pista, completamente differenti da quelli riscontrabili sciando su pendi battuti, anche difficili: 

- Sprofondamento degli sci nella neve
- Percezione visiva dell’attrezzo ridotta e discontinua, a causa della neve sollevata durante l’avanzamento
- Superficie di scivolamento non omogenea
- Equilibrio e velocità di scorrimento variabili
- Aumento soggettivo della fatica
- Ambientamento a luoghi e situazioni diverse

In particolare, la priorità tecnica è quella di migliorare la distribuzione del carico sugli sci e, di conseguenza, l’equilibrio, imparando a percepire la portanza (galleggiamento) dello sci.

Sicurezza

L’attenzione per la sicurezza, propria e altrui, dev’essere il primo imperativo del rider: lo sci fuori pista richiede un’attenta preparazione e presuppone la consapevolezza dei propri limiti mentali e fisici, una valutazione ponderata della discesa e del grado di difficoltà, un’ottima conoscenza della montagna, la capacità di reperire informazioni utili per valutare il livello di rischio e un addestramento in materia di autosoccorso.
Una volta valutate attentamente le difficoltà del percorso, il maggior fattore di rischio è costituito dalle valanghe.
È bene quindi approfondire la conoscenza delle dinamiche di trasformazione della neve sui pendii (nivologia), ma soprattut­to acquisire più informazioni possibili, consultando un centro nivologico e il bollettino meteo-valanghe e anche chiedendo consiglio alle guide alpine locali e agli altri professionisti e operatori della zona (anche maestri di sci specializzati nel freeride) in cui si intende sciare, attenti conoscitori del territorio.
Il maestro può ridurre al minimo i rischi delle prime discese in neve fresca proponendo percorsi vicini alle piste battute: in questo modo è anche possibile utilizzare gli impianti di risalita.
Quando la tecnica di base sia consolidata, è possibile affrontare esperienze di sci in zone boscose dalla vegetazione non troppo fitta: oltre ad avere una notevole importanza formativa, se affrontate con la dovuta cautela queste situazioni offro­no un buon livello di sicurezza, perché all’interno di un bosco sono rari (ma non impossibili!) i fenomeni valanghivi. Sono comunque d’obbligo casco, paraschiena e maschera da sci, per proteggere gli occhi dai rami.
L’allievo dev’essere informato anche sulla necessità di dotarsi di materiali di autosoccorso e imparare a utilizzarli corretta­mente: ARVA (apparecchio di ricerca in valanga), pala e sonda sono attrezzi indispensabili e sono stati resi obbligatori, tra l’altro, dalle più recenti normative.
A seguito di fatti di cronaca a volte strumentalizzati, molte località regolamentano lo sci fuori pista: il maestro deve quin­di documentarsi accuratamente sulle eventuali limitazioni ed educare i propri allievi al rispetto sia di queste norme, sia dell’eventuale segnaletica che delimita aree chiuse e non sciabili.

Nozioni tecniche sul livello argento freeride

DALLA PISTA AL FUORI PISTA
Prima di affrontare esercizi e discese fuori pista, è consigliabile proporre al rider principiante una serie di esercizi in pista, utili a migliorare i movimenti fondamentali (inclinazioni, rotazioni, movimenti antero-posteriori e verticali) e ad acquisire la sensibilità e la capacità di adattamento necessarie per affrontare, in seguito, la variabilità delle situazioni e del terreno, propria del freeride.

Rotazione intorno all’asse longitudinale
6 esercitazioni base

Equilibrio antero-posteriore
3 esercitazioni base

Inclinazione
3 esercitazioni base

Movimenti verticali
4 esercitazioni base

Applicazione metodica nei diversi tipi di curva

CURVA DI SICUREZZA in 3 versioni
CURVA DIDATTICA
CURVA EASY FREERIDE in 3 versioni

Questo per ciò che concerne in sintesi il livello ARGENTO. Seguono ovviamente gli altri livelli dove il freeride è ulteriormente trattato fino al gesto tecnico più evoluto.

(il dibattito prosegue con successivi post.... Chiunque voglia contribuire è il BENVENUTO, è sufficiente registrarsi al blog e postare un commento)




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